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10 COSE DA VEDERE A L'AQUILA

 

Se venite a visitare la mia stupenda città, queste sono le 10 cose che non potete assolutamente non vedere.

Ricca di storia e cultura, L'Aquila con le sue leggende e le sue storie vi farà innamorare con scorci mozzafiato e una natura ancora incontaminata.

1. BASILICA DI COLLEMAGGIO

 

La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, la cui facciata costituisce il massimo capolavoro dell’arte abruzzese d’ogni tempo, è stata fondata nella seconda metà del sec. XIII ma il grosso delle sue vicende costruttive ha seguitato a fiorire ininterrottamente nell’arco di tutto il Trecento, per proseguire poi con alterne vicende fino ai giorni nostri mediante rifacimenti, ristrutturazioni, trasformazioni e restauri derivanti da terremoti, mutamenti del gusto e quant’altro. Il risultato di un cosí complesso procedimento è uno straordinario intreccio d’architettura con a capo capisaldi romanici e gotici.

Poco si potrebbe comprendere della ragion d’essere della Basilica se non si tenesse conto delle vicende storiche e spirituali di San Pietro Celestino, che ne fu il fondatore e che, con il deposito dei suoi resti mortali, ne costituisce la gemma piú preziosa nonché l’attrattore fondamentale, per via della sua perdurante fama di grande taumaturgo e della straordinaria indulgenza della “Perdonanza”, da lui stesso istituita.

 

2. FONTANA DELLE 99 CANNELLE

 

La fontana delle 99 cannelle, detta anche della Rivera, è un monumento storico dell'Aquila. Situata nella zona della Rivera, una delle più antiche del centro storico, a ridosso del fiume Aterno, la fontana è costituita da novantatré mascheroni in pietra e sei cannelle singole, dalla maggior parte dei quali sgorga l'acqua. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell'Aquila.

A pianta trapezoidale di notevole impatto prospettico, originariamente era costituita da un elaborato sistema simbolico astrologico. La fontana si sviluppa su tre fronti ed è posta ribassata rispetto alla sede stradale; sul lato aperto termina con una scalinata che guarda la medievale chiesa di San Vito. I mascheroni sono tutti diversi fra loro e intervallati da formelle rettangolari, novantatré delle quali contenenti un fiore in rilievo e un rosone, mentre le rimanenti cinque sono vuote. Queste ultime rappresenterebbero le piaghe del Cristo, mentre il rosone è a simboleggiare il ciclo della vita e quindi l'eternità.

Particolare della fontana secondo la tradizione, la funzione dei mascheroni è quella di rappresentare allegoricamente i signori dei novantanove castelli che contribuirono alla fondazione dell'Aquila nel XIII secolo. La città sarebbe infatti costituita di novantanove piazze, novantanove chiese e novantanove fontane, ciascuna riferita al castello di riferimento, e la fontana della Rivera testimonierebbe tale operazione; in realtà il numero dei locali su cui fu fondata L'Aquila è leggermente minore di novantanove, e anche il numero di mascheroni dai quali sgorga l'acqua è attualmente di novantatré. Difatti, altre sei cannelle, di dimensioni minori e senza alcuna funzione pratica, sono poste poco sotto il parapetto del lato destro, probabilmente per alimentare la leggenda del numero novantanove.

 

3. FORTE SPAGNOLO

 

L’impressionante fortezza aquilana, edificato sul punto più alto della città e progettata da Pirro Aloisio Scrivà, architetto militare spagnolo, che incominciò i lavori nel 1534, primeggia tra i molti forti italiani ed è tra i pochi che si sono ben conservati.

La costruzione è stata totalmente eseguita seguendo le più aggiornate tecniche dell’epoca relative all’edificazione di fortificazioni. La fortezza ha una pianta quadrata, con quattro massicci bastioni agli angoli con schema a punta di lancia collegati al tratto di cinta muraria che li unisce alle torri tramite singolari doppi lobi. La fortificazione è cinta da un fossato che non veniva allagato e originariamente era sormontato da un tavolato in legno, che parzialmente si ritraeva, e che venne distrutto nel 1883 e rimpiazzato dal ponte in pietra che è tutt’ora visibile, su pilastri costruiti cosicché i nemici che si fossero spinti nel fossato non avrebbero potuto trovare nessun riparo.

 

 

4. AUDITORIUM DEL PARCO

 

Il progetto nasce nel 2009 in seguito alle distruzioni del sisma del 6 aprile, in virtù della volontà di Renzo Piano di contribuire alla ricostruzione dell'Aquila ed evitare l'allontanamento dei cittadini dal suo centro storico. L'architetto ha dichiarato che, inizialmente, il suo intervento si sarebbe dovuto concentrare sui temi del recupero e del restauro dell'edificato esistente ma non vi erano in quel momento le condizioni per attuare un progetto del genere. La scelta di realizzare una sala da concerti, per sopperire alla mancanza di spazi musicali in città, è attribuita al maestro Claudio Abbado che, nel giugno 2009 era stato in concerto all'Aquila. In particolare viene proposta l'ideale sostituzione della celebre sala Nino Carloni, posta all'interno del Forte spagnolo, con un nuovo auditorium temporaneo da realizzarsi nelle vicinanze. Per la copertura economica del progetto, lo studio di Renzo Piano decise di affidarsi alla provincia autonoma di Trento che aveva da poco finanziato la realizzazione del villaggio temporaneo di Onna.

La fase di progettazione ha inizio nel settembre 2009; l'Auditorium viene approvato un anno più tardi, nel 2010, ma il cantiere viene avviato solo nel marzo 2012. L'Auditorium è costato complessivamente circa 6,7 milioni di euro, interamente coperti dalla provincia autonoma di Trento, mentre la progettazione preliminare ad opera del Renzo Piano Building Workshop è stata offerta a titolo gratuito.

 

 

5. MURA STORICHE

 

Le mura dell'Aquila costituiscono l'antica cerchia della città e rappresentano il confine del suo centro storico. Edificate a partire dal XIII secolo, ed in buona parte conservate ancora oggi, mantengono pressappoco la forma originale nonostante le numerose modifiche dovute a crolli (causati dai frequenti terremoti) e sventramenti di carattere urbanistico; si estendono per oltre cinque chilometri e mezzo inglobando un'area di circa 157 ettari destinata a contenere decine di migliaia di abitanti.

La prima edificazione delle mura avvenne probabilmente già in seguito alla prima fondazione dell'Aquila ma non bastò ad evitare la distruzione della città da parte di Manfredi nel 1259. Dopo la ricostruzione angioina, nel 1270 si procedette alla realizzazione di una nuova cinta muraria ad opera di Lucchesino da Firenze, cui si deve anche la suddivisione dell'Aquila in quattro rioni storici per meglio facilitarne l'opera di fondazione; la realizzazione si può ritenere conclusa già nel 1316. Le quattro porte principali, poste all'estremità del percorso longitudinale e di quello trasversale interno alla città, sono verosimilmente Porta Barete (o di Lavareto) ad ovest, Porta Paganica a nord, Porta Bazzano ad est e Porta Rivera a sud; intorno a questi quattro poli si stabilizzerà l'impianto urbanistico cittadino con la struttura a quattro Quarti e la suddivisione in locali, ciascuno dei quali collegiato ad un castello di riferimento.

 

 

 

6. CATTEDRALE DI SAN MASSIMO

 

 

Il duomo dell’Aquila è la chiesa episcopale dell’Arcidiocesi dell’Aquila ed è dedicata a San Giorgio e San Massimo. La chiesa risale al XIII secolo, fu atterrata dal sisma del 1703 e in parte da quello del 2009. Fino al 1700 il duomo conservò la pianta originaria duecentesca; nel Quattrocento vennero aggiunte la scalinata, le cappelle laterali ed il prezioso sepolcro dell’Agnifili di Silvestro dell’Aquila. La restaurazione realizzata nel 1700 fu condotta da Cipriani e riguardò soprattutto la parte interna. Gianbattista Benedetti completò il prospetto nel corso del 1800. La parte interna di stile barocco è molto ampia e ben illuminata. La pianta è a croce latina ad unica navata.

 

 

7. BASILICA DI SAN BERNARDINO

 

La Basilica di San Bernardino è ubicata nel centro della città. Ci si arriva percorrendo la scalinata monumentale che sale da Piazza Bariscianello. Venne edificata tra il 1454 e il 1472 e dedicata a San Bernardino da Siena. Il Santo è ricordato perché nel 1444 riappacificò due fazioni contrapposte della città. La cupola venne eretta nel 1400, mentre la facciata nel corso del 1500. Distrutta nel 1700 dal terremoto, la Basilica fu ricostruita poi in stile barocco. Il terremoto del 2009 ne ha danneggiato soprattutto l’abside e il campanile. La facciata della chiesa di San Bernardino è in stile rinascimentale ed è disposta su tre livelli corrispondenti agli ordini ionico, dorico e corinzio. Venne progettata da Cola dell’Amatrice, pare ispirandosi alla Chiesa fiorentina di San Lorenzo del Michelangelo. Lo spazio interno si eleva sulla croce latina divisa in tre navate. Qui irrompe lo stile barocco presente nei sontuosi ornamenti e affreschi interni. L’interno offre un soffitto ligneo a cassettoni intagliato e dorato. Colpisce l’organo monumentale e le cupole ad ottagono poste ai lati. Nella quinta cappella si trova il mausoleo con le reliquie del Santo.

 

8. FONTANA LUMINOSA

 

Caratterizzata da due nudi femminili in bronzo sorreggenti la caratteristica conca abruzzese, posti su una vasca a pianta circolare, è posta rialzata da gradini rispetto al livello della strada. Venne creata nel 1934 dallo scultore Nicola D'Antino a conclusione di un lungo e impegnativo progetto di sistemazione urbanistica della città cominciato nel 1927 e che lo portò anche alla realizzazione delle fontane gemelle di piazza Duomo. Prende il nome dal suggestivo gioco di luci sull’acqua che si anima nelle ore notturne.

Situata al centro di piazza Battaglione Alpini, alla sommità di corso Vittorio Emanuele II, in una zona particolarmente amata e frequentata dagli aquilani, è circondata solo per metà da edifici, aprendosi per un quarto al parco del castello e per il restante quarto alla zona degli impianti sportivi. Particolarmente apprezzato è il panorama che si ha dalla fontana verso il Gran Sasso.

Recentemente la zona è stata oggetto di un progetto di riqualificazione e si è discusso sulla possibilità di costruire un parcheggio sotterraneo ed una fermata della metropolitana di superficie nelle vicinanze. Nel 2007 la viabilità della piazza è stata modificata e l'area che circonda la fontana è stata chiusa al traffico veicolare. La Fontana luminosa non ha subito danni nel terremoto che ha colpito L'Aquila nel 2009 e la zona è stata, fin dalle prime ore dopo la tragedia, luogo di ricovero per gli sfollati nonché uno dei tre accessi al centro storico distrutto dal sisma.

 

9. PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E DEI MONTI DELLA LAGA

 

Il parco si estende per una superficie di circa 141.341 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso comprendente il massiccio del Gran Sasso d'Italia e la catena dei Monti della Laga posta poco più a nord di questo lungo la stessa dorsale orientale dell'Appennino centrale (Appennino abruzzese). Il territorio del parco è diviso in 11 distretti:

  • Tra i due regni, a cavallo del vecchio confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie

  • Cascate e boschi

  • Strada Maestra

  • Valle siciliana

  • Grandi Abbazie, prende il nome dal grande numero di antiche chiese che è possibile visitare negli itenerari delle località presenti.

  • Valle del Tirino

  • Terre della Baronia, contenente numerosi borghi caratteristici dell'Abruzzo, tra cui Santo Stefano di Sessanio.

  • Alte vette

  • Alta valle Aterno

  • Sorgenti del Tronto

  • Via del Sale

10. GROTTE DI STIFFE

 

Le Grotte di Stiffe sono, tecnicamente parlando, una risorgenza, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto è situato all'apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo.La presenza del corso d'acqua, che in alcuni periodi dell'anno raggiunge portate considerevoli, è sicuramente la caratteristica più importante delle Grotte, che a volte sono percorse da un piccolo ruscello le cui acque mormorano e bisbigliano, altre volte vengono attraversate da un fiume che si precipita a valle lungo rapide e cascate con un boato assordante.La risorgenza di Stiffe è conosciuta da molti anni dagli abitanti del luogo, infatti esistono documenti che ne fanno risalire la conoscenza dei primi ambienti in tempi molto lontani. Il progetto di valorizzazione turistica della grotta risale a oltre trent'anni fa, ma solo negli anni ottanta si è provveduto alla realizzazione dello stesso, per giungere, nel 1991, all'inaugurazione del Complesso Turistico "Grotte di Stiffe".

 

 

 

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